Sono il Dott. Claudio Debortoli e mi occupo del trattamento delle patologie della cartilagine articolare.
Sono un ortopedico specialista in chirurgia protesica mini invasiva dell’anca e del ginocchio.
Sono nato a Trento nel 1964.
Fin da piccolo ho sentito forte curiosità e passione per la tecnologia e la scienza.
La mia indole curiosa mi ha portato ad esplorare, dalle cime montuose ai fondali marini, e a praticare gli sport più disparati: ciclismo, nuoto, atletica, volley, subacquea. Mi sono poi appassionato alle arti marziali, delle quali apprezzo soprattutto l’aspetto disciplinare e introspettivo.
La mia formazione
Ho conseguito il diploma di maturità classica a Trento nel 1983, e mi sono subito iscritto a medicina per assecondare il fascino che mi attraeva verso la chirurgia.
Dopo il percorso di laurea ho scelto di proseguire con la specializzazione in ortopedia e traumatologia, dove sono stato catturato dalla microchirurgia, la cosiddetta disciplina dei reimpianti e dei trasferimenti di tessuti.
Ho trovato da subito la chirurgia ortopedica, molto affine alle mie caratteristiche, perché basata su solide fondamenta anatomiche e scientifiche, insieme ad enormi possibilità di ricerca e sviluppo.
Il percorso lavorativo
Dal 1997 al 2012 ho lavorato nell’ospedale di Bolzano.
Sono stati anni fondamentali per la mia formazione professionale e la mia pratica clinica, perché mi sono dovuto confrontare con frequenti traumi da sci, da alpinismo, da incidenti stradali, operando giorno e notte.
La conoscenza della lingua tedesca mi ha poi permesso anche di seguire corsi e periodi di studio e formazione fra Germania, Austria e Svizzera.
In questi anni di carriera ho imparato soprattutto due cose:
La prima è l’importanza di un recupero rapido della mobilità, a tutti i livelli, anche a prezzo di interventi chirurgici impegnativi. Immobilizzare a lungo in attesa della guarigione non è mai una buona idea.
La seconda, altrettanto importante, è che noi chirurghi dobbiamo cercare di ridurre al minimo gli effetti che inevitabilmente creiamo quando siamo costretti a perseguire la strada chirurgica. Con un termine tecnico la chiamiamo “chirurgia mini invasiva”.
Ecco perché da oltre dieci anni, durante gli ormai mille interventi eseguiti, applico questi principi alla chirurgia protesica dell’anca: mini invasività e rapida ripresa funzionale sono alla base del mio approccio, perché permettono risultati impressionanti e impensabili anche solo fino a pochi anni fa.